Freddie Mercury e Michael Jackson, un’amicizia intima e professionale

24 e 26 novembre 1991: due date quasi coincidenti ed estremamente importanti nel panorama musicale.

Freddie Mercury, the Queen of Rock, che il 24 novembre 1991 si spense a causa dell’AIDS, e Michael Jackson, the King of Pop, che il 26 novembre 1991 pubblicò il suo ottavo album Dangerous. Entrambi furono destinati a essere ricordati come pietre miliari della musica, molto diversi nel genere ma, nonostante ciò, come pochi sanno, furono prima amici e poi colleghi. Vediamo prima cosa successe esattamente in quelle date, per poi parlare della loro amicizia.

24 novembre 1991: viene a mancare Freddie Mercury

L’anno prima, 1990, cominciarono a diffondersi notizie su una possibile malattia di Freddie, a tal punto che i Queen decisero di diffondere un comunicato stampa ufficiale, nel quale si smentiva ogni insinuazione sul cantante. Per sfuggire allo stress mediatico, Freddie si trasferì a Montreux, nella primavera del 1991. Durante il soggiorno, continuò comunque a registrare vari brani, nonostante fosse molto debole a causa della malattia, per poi interrompere le registrazioni con il peggioramento delle sue condizioni di salute.

Freddie rientrò a Londra a fine giugno per stare vicino ai suoi cari. Nelle ultime settimane Mary Austin, il suo amore celebre, gli fece spesso visita, trascorrendo molto tempo assieme a lui; oltre alla donna, ricevette il sostegno di Jim Hutton, suo compagno, Peter Freestone, suo assistente personale e Joe Fanelli, chef personale della rockstar.

Negli ultimi giorni Freddie cominciò a perdere la vista e la propria condizione fisica peggiorò ulteriormente. Il 22 novembre 1991, il cantante chiese a Jim Beach, manager dei Queen, di redigere un comunicato ufficiale:  «In seguito alle disparate congetture diffuse dalla stampa nelle ultime due settimane, desidero confermare che sono risultato sieropositivo e di aver contratto l’AIDS. Ho ritenuto opportuno tenere privata questa informazione fino a oggi per proteggere la privacy di quanti mi circondano. Comunque è giunto il momento di far conoscere la verità ai miei amici e ai miei fan e spero che si uniranno a me, ai miei dottori e a quelli di tutto il mondo nella lotta contro questa terribile malattia.»

A poco più di ventiquattr’ore dal comunicato, alle 18:48 del 24 novembre 1991 Freddie morì all’età di 45 anni nella sua casa di Logan Place a causa di una broncopolmonite aggravata da complicazioni dovute all’AIDS.

Secondo le sue ultime volontà, Freddie fu cremato e le sue ceneri affidate a Mary Austin, la quale le conservò nella sua camera da letto per circa un paio di anni e successivamente le sparse segretamente nel luogo misterioso scelto dal cantante.

26 novembre 1991: esce l’album Dangerous

Esattamente due giorni dopo questa tragica data che segna solo anagraficamente la scomparsa di un artista immortale, uscì l’album Dangerous del suo amico e collega Michael Jackson, che confessò di essere rammaricato per averlo pubblicato proprio in quella data, ormai già decisa da tempo.

Si tratta del primo LP di Michael senza lo storico produttore Quincy Jones, prodotto invece da Bill Bortrell e Teddy Riley, quest’ultimo conosciuto come uno degli ideatori del new jack swing, genere di musica che combina elementi di jazz, musica elettronica, smooth jazz, funk, rap e R&B. Grazie a questo genere musicale, completa novità nel repertorio di Michael, l’artista rivoluzionerà i suoni e le melodie dei suoi futuri album.

Il disco ebbe un enorme successo commerciale in tutto il mondo e divenne l’album di new jack swing più venduto di tutti i tempi. Tra le canzoni celebri, Jam, Remember the time, Heal the world, Black or white, e l’omonima Dangerous.

L’amicizia tra Michael e Freddie

Michael e Freddie si incontrarono agli inizi degli anni ’80. Michael era spesso presente ai concerti dei Queen che seguiva più volte durante i loro tour, dichiarandosi un fan di Freddie e della band. Divennero amici intimi, tanto da registrare delle canzoni insieme a casa di Michael. Freddie raccontò che registrarono tre canzoni, una delle quali era Victory. Quest’ultima però diede il nome a un album dei Jacksons secondo la volontà di Michael e non fu mai finita a causa degli impegni di entrambi.

L’altra canzone si chiama State of Shock, della quale si occupò Mick Jagger, storico leader dei Rolling Stones, perché Michael chiamò Freddie e gli disse di volerla finire per metterla nell’album dei Jacksons. Freddie non poté raggiungerlo perché si trovava a Monaco. Così Michael gli chiese se per lui andasse bene che al suo posto duettasse Mick, e Freddie gli rispose: «Va bene, una canzone è una canzone, finché la nostra amicizia continua possiamo scrivere ogni genere di canzoni.»

L’ultima canzone è There’s must be more to life than this, composta tra il 1982-83 e uscita infine in versione solista di Freddie nel 1985 nel suo album Mr. Bad Guy. La canzone, tuttavia, fu rilasciata con le parti vocali di Mike solo nella raccolta Queen Forever del 2014. Al momento è quindi l’unico inedito dei due artisti che possiamo ascoltare, un’unione di due voci uniche a ritmo del pianoforte.

Dopo che passarono del tempo registrando insieme, Freddie tornò dai Queen raccontando loro quello che avevano composto e fece la riflessione sul fatto che Michael avesse scelto un buon titolo per il suo album: Bad. Poco più tardi, Freddie disse sorridendo: «Ho un’idea perfetta per il titolo del nostro album: Good!»
Secondo quanto raccontato da Roger Taylor dei Queen, la prima volta che Another one bites the dust venne considerato come un potenziale singolo fu quando gli fu suggerito nel backstage durante un concerto dei Queen a Los Angeles proprio da Michael, un artista che ne sapeva qualcosa riguardo a singoli numero uno. Roger ricorda che Michael venne nel loro camerino e suggerì: «Ragazzi, voi siete matti se non fate uscire questo singolo». Ed ebbe ragione. I Queen non erano molto convinti, soprattutto Roger che raccontò l’aneddoto. Si resero presto conto che il brano ebbe successo e balzò subito in cima alle classifiche.

Questo accadde quando i Queen erano proprio agli inizi della loro carriera, mentre Michael era già alla ricerca di quel fusion tra il funk e il rock. Freddie lo ricordò così: «Quando ho parlato con Michael Jackson per la prima volta ho pensato: “Mio Dio, lui ha venticinque anni e io trentasette, ma è stato nel business della musica molto più tempo di me, perché ha iniziato quando era solo un bambino”. Solitamente penso che un venticinquenne sia solo agli inizi e che io possa insegnargli delle cose. Con Michael, no. »

di Alissa Vervenna